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venerdì 6 dicembre 2013

poesie indiane by veronica

Tutti gli indiani devono danzare. Fra poco, la prossima primavera, viene il Grande Spirito. Egli riporterà tutta la selvaggina di ogni genere. La selvaggina sarà abbondante dovunque. Tutti gli indiani morti torneranno e vivranno di nuovo. Saranno tutti forti come i giovani, e saranno di nuovo giovani. Il vecchio indiano cieco vedrà di nuovo e diventerà giovane e vivrà bene. Quando il Grande Spirito arriverà in questo mondo, allora tutti gli indiani andranno sulle montagne, in alto, lontano dai bianchi. I bianchi non potranno allora ferire gli indiani. Poi, mentre gli indiani saliranno in alto, verrà una grande inondazione e tutti i bianchi moriranno annegati. Dopo di che le acque si ritireranno, e poi solo gli indiani si incontreranno dovunque, e vi sarà in abbondanza selvaggina di ogni genere. Poi lo stregone dirà agli indiani di passare parola a tutti gli indiani di continuare a danzare, e verranno i tempi buoni. Gli indiani che non danzano, che non credono a questo, diventeranno piccoli, alti un piede, e rimarranno così. Alcuni diverranno di legno e saranno buttati nel fuoco.

Wovoka, Paiute

lunedì 2 dicembre 2013

"Es wird nur 37 Sekunden dauern, bis diese Geschichte lesen und 
 immer verändern Ihr Denken."

Zwei Männer , beide schwer krank , besetzten die gleichen Krankenzimmer.
In einem der beiden Männer konnte sich im Bett sitzen eine Stunde lang jeden Nachmittag zu helfen, lassen Sie das Flüssigkeit aus seiner Lunge .
Sein Bett war neben al'unica Fenster des Zimmers .
Der andere Mann musste bleiben immer liegen . Schließlich wurden die beiden Männer kennen und fing an, stundenlang reden .
Sie sprachen von ihren Frauen und Familien, ihre Häuser, ihre Arbeitsplätze, ihre Militärdienst und den Reisen, die sie getan hatten.
Jeden Nachmittag , wenn der Mann im Bett am Fenster sitzen konnte und sich die Zeit mit der Beschreibung zu seinem Mitbewohner all die Dinge, die er außerhalb des Fensters sehen konnte.
Der Mann in dem anderen Bett begann, für diesen 1 Stunde Zeiten, in denen seine Welt erweitert und würde von all den Dingen und den Farben der Außenwelt belebt werden leben.
Das Fenster mit Blick auf einen Park mit einem schönen See . Enten und Schwäne spielten auf dem Wasser während Kinder ihre Modellboote segelten . Junge Liebhaber gingen Arm in Arm unter Blumen in allen Farben , und es war ein wunderschöner Blick auf die Stadt in der Ferne.
Als der Mann am Fenster all dies beschrieben im Detail , würde der Mann auf der anderen Seite des Zimmers seine Augen schließen und sich vorstellen, die Szene.
An einem warmen Nachmittag der Mann am Fenster eine Parade beschrieben war vorbei .
Obwohl der andere Mann konnte die Band nicht zu hören , er sie sehen konnte. Mit den Augen der Geist als auch der Mann durch das Fenster beschrieben es ihm.
Es vergingen Tage und Wochen .
Eines Morgens, die Krankenschwester auf der Tagesschicht brachte sie Wasser auf die Toilette und fand den leblosen Körper des Mannes am Fenster, die friedlich im Schlaf gestorben. Die Krankenschwester wurde sehr traurig und rief die Krankenhaus Begleitern , den Körper zu rauben.
Sobald es angebracht schien , fragte der andere Mann , ob er neben dem Fenster bewegt werden. Die Krankenschwester war glücklich, den Schalter zu machen , und nachdem er sich vergewissert er war komfortabel, ließ sie ihn allein.
Langsam , schmerzhaft , stützte er sich auf einen Ellbogen zum ersten Mal die Außenwelt zu sehen. Er wehrte sich und drehte sich langsam um aus dem Fenster neben dem Bett.
Es stand vor einer leeren Wand .
Der Mann fragte , was könnte sein al'infermiera verstorbenen Mitbewohner, so wunderbare Dinge außerhalb dieses Fensters beschrieben hatte, dazu gezwungen haben .
Die Schwester antwortete, dass der Mann blind war und konnte nicht einmal die Wand.
"Vielleicht wollte er sie aufzumuntern. " , Sagte er.
Epilog: Es gibt enorme Glück in andere glücklich zu machen , auch trotz unserer Situation . Geteiltes Leid halbiert , aber Glück, wenn geteilt wird, wird verdoppelt.
Wenn Sie reich zu fühlen wollen, zählen nur die Dinge, die Sie haben, dass Geld nicht kaufen kann .
Heute ist ein Geschenk , es ist aus diesem Grund , dass es heißt die Gegenwart.
Die " Ursprung dieser Geschichte ist unbekannt. "

mercoledì 20 novembre 2013

Leggenda : Mesola: la città perduta


Durante il regno del Duca Alfonso II d'Este (intorno al 1570) compare sulle carte geografiche ferraresi una misteriosa struttura: una enorme cinta muraria triangolare della lunghezza di oltre 13 chilometri, posta nella allora chiamata "Isola di Mesola".
Nella parte sudorientale del territorio delimitato dalle mura era già in procinto di essere costruito un palazzo con una propria corte, ma il resto dell'enorme perimetro circondato dalle mura (un'area più vasta della stessa città di Ferrara) era ancora coperto da foreste.
Questo enorme spazio era ufficialmente conosciuto come riserva di caccia per la società aristocratica della zona, ma allora: perchè recintarla con mura con annesse torri di guardia?
Perchè era stata deciso dal Duca Alfonso II la costruzione di una futura ed enorme città: la "Nuova Venezia"; costruzione che iniziò intorno all'anno 1580 quando venne completato il castello della Mesola (tuttora esistente).
Visto questo pericoloso "trambusto" nel 1586 la Repubblica di Venezia, preoccupatasi, decise di sguinzagliare quanto in suo possesso (spie e navi) per informarsi del progetto misterioso in atto. Risultò così che all'interno della gigantesca struttura erano già state tracciate le strade e le piazze con tanto di nome, inoltre si venne a sapere che il Duca Alfonso II aveva decretato che tutti i possessori di una abitazione nella città di Ferrara dovessero costruirne un'altra a Mesola e che era già stata individuata la dislocazione del cosiddetto ghetto ebraico per stabilirvi gli Israeliti incaricati di organizzare i commerci.
Ai Veneziani l'idea di un'altra città portuale a poca distanza non piacque per nulla. Venne così programmata la contromisura più subdola: si sarebbe dovuto derivare un canale dal ramo più a nord del Delta del Po e scaricare la corrente di sedimenti dentro alla sacca di Goro affogando la futura città.
Purtroppo nel frattempo il Duca Alfonso II morì senza eredi e la Chiesa, titolare del feudo ferrarese, nel 1597 estese i confini dello Stato Pontificio fino al fiume Po. Il progetto venne comunque portato avanti, pare, anche dal Papa di allora Clemente VII.
Il giorno 26 giugno 1599 le spie pontificie riferirono che entro due giorni i Veneziani avrebbero aperto i cantieri per la costruzione del canale "affogatore". Per questo motivo il Papa convocò l'ambasciatore della Repubblica Serenissima minacciando ogni sorta di sanzioni sia materiali che spirituali. Venezia fu però inamovibile e cominciò un lungo periodo di diffide e scaramucce tra i soldati di confine.
Il 27 settembre 1604 il canale venne aperto.
Le conseguenze furono disastrose: in soli dodici anni la sacca di Goro venne completamente invasa dai sedimenti. Rimasero pochi tratti di mura che vennero coperte completamente dalla vegetazione e, agli inizi del XIX Secolo, abbattute cancellando per sempre il sogno del Duca Alfonso II.

martedì 22 ottobre 2013

LEGGENDA NAPOLETANA : DELLA SIRENA PARTENOPE

Tantissime  sono le leggende sull'origine della città Partenopea. Quella che vi racconterò tratta di una sirena di nome Partenope, perdutamente innamorata di Ulisse, che non essendo riuscita a farsi amare dallo stesso, poiché insensibile, questi, al fascino del suo canto, decise di gettarsi nei mari del Mediterraneo, annegando nel Golfo della città di Napoli. 
Nella prima versione del mito, vi è una fanciulla dal volto umano ed il corpo di uccello (non ancora di pesce), figlia del dio del mare e della dea della terra: chiaramente, racchiude in sé tutti i caratteri della natura, è il frutto dell'unione tra acqua e terra. La meravigliosa creatura vive tra le rocce, in mezzo al mare. Un giorno, la nave di Ulisse si imbatte nella zona delle sirene, e Partenope tenta di sedurre, col suo dolce quanto ingannevole canto, l'eroe della conoscenza per eccellenza, che però la respinge con astuzia. Allora la sirena si strugge dal dolore fino a commettere l'atto inconsulto del suicidio: si getta da un'alta rupe ed il suo corpo viene affidato alle onde, che lo conducono sino al golfo napoletano, dove rimane imbrigliato.
E' proprio l'isolotto di Megaride il punto di approdo della sirena leggendaria. Partenope si dissolve ed il suo corpo sinuoso si trasforma nella morfologia del paesaggio napoletano, partenopeo per l'appunto, appoggiando il capo ad oriente, sull'altura di Capodimonte, ed il piede, per così dire, ad occidente, verso il promontorio di Posillipo.
Il rito di fondazione della città si viene così a fondere col culto del paesaggio e delle sue splendide componenti naturalistiche. E' stata la corrente del mare a trascinare la vita a Napoli ed è dal mare che tutti traggono sostentamento, secondo i più elementari miti sulle origini.
Questi racconti non affatto banali, e meno semplici di quanto appaiano in prima lettura, nascondono sempre una profonda simbologia che rimanda ad una concezione filosofica della vita. Proprio questi miti, patrimonio della cultura partenopea, rischiano di andare perduti, sprofondati sotto rifiuti, informazioni superflue e consuetudini dimenticate. E' per questo che il valore del racconto non deve andar perso, per tenere sempre presenti le radici di un popolo e prendersene cura.

venerdì 18 ottobre 2013

Leggende italiane Ortles

Un tempo la Val Venosta era abitata dai giganti. Uno di loro si chiamava Ortles, ed era il più alto e superbo perché da lassù tutti gli apparivano minuscoli. Ma venne il giorno in cui il furbo gnomo Nudelhopf si arrampicò fin sulla sua testa e, tra canti e danze, lo derise dato che ora l'Ortles era più basso di lui. Punto nell'orgoglio tentò di acchiappare lo gnomo, ma fu punito e trasformato in ghiaccio e roccia per l'eternità. E così il monte Ortles è la cima più grande dell'Alto Adige. 


Il fosso del diavolo
Nel paese di Sasso Marconi, nell'appennino Bolognese, esiste un enorme fosso, chiamato fosso del Diavolo. Si racconta che un tempo la tremenda creatura obbligava i contadini a consegnargli tutto il cibo che producevano, altrimenti sarebbero stati puniti.
I poveri contadini sopportavano mal volentieri le prepotenze del diavolo fin che un giorno si ribellarono, rifugiandosi in una chiesa.
Il diavolo andò su tutte le furie e stava per distruggere la chiesa quando un bagliore dal cielo,improvviso e violento, scaraventò il diavolo sulla terra. L'impatto fu tale da creare un enorme fosso nel terreno, dal quale iniziò a scorrere dell'acqua.
Si dice che in fondo alla sorgente si nasconde un enorme tesoro, ma trovarlo è impossibile perchè dal fosso si dirama un'infinità di passaggi. In molti hanno provato a raggiungere la sorgente ma nessuno finora ci è mai riuscito.