lunedì 16 giugno 2014

Madre e due figli sgozzati: dopo ore di interrogatorio fermato il marito



Milano - È stato trasferito nel carcere competente per territorio, ovvero quello di Pavia, Carlo Lissi, il professionista di 31 anni fermato la scorsa notte con l’accusa di aver ucciso in casa la moglie e i due figli a Motta Visconti (Milano).L’uomo ha confessato e dopo la formalizzazione delle accuse, triplice omicidio, è stato trasferito dai carabinieri di Abbiategrasso al carcere di Pavia prima dell’alba.
«Voglio il massimo della pena» ha detto la scorsa notte, Carlo Lissi, mettendo la testa fra le mani, nel corso dell’interrogatorio in cui ha ceduto facendo la sua prima ammissione di colpevolezza. Poi ripetuta davanti al pm al quale ha reso piena confessione.Carlo Lissi, secondo quanto raccontato dagli inquirenti nella conferenza stampa, ha sterminato la famiglia e poi è andato a vedere la partita dell’Italia da amici, come se niente fosse.Il movente di Lissi sarebbe una passione per una collega di lavoro. Una passione non corrisposta, a quanto risulta agli investigatori, e di cui la moglie non era a conoscenza. La collega lo ha confermato agli investigatori, affermando che Lissi le si era dichiarato.La sera della strage Carlo Lissi e Cristina Omes non avevano litigato e anzi avevano appena fatto l’amore, ha raccontato l’uomo che ha poi descritto l’omicidio: la donna, colta di spalle mentre guardava la tv, ha cercato di reagire, ma lui l’ha colpita anche con un pugno. E le ultime parole della donna sono state: «Carlo Carlo perché mi fai questo?» pronunciate mentre lui la colpiva con coltellate ripetute.Carlo Lissi durante la confessione ha indicato dove aveva gettato il coltello, di cui si è sbarazzato prima di andare a vedere la partita. L’arma è stata trovata dentro un tombino in via Mazzini a Motta dove l’uomo si è fermato qualche istante mentre in macchina si recava al bar dove l’attendeva un amico per vedere i Mondiali.La tragedia
Un delitto efferato, spietato, che ha creato «angoscia» perfino degli inquirenti. La donna, Cristina Omes, di 38 anni, e i due piccoli, Giulia e Gabriele, di 5 anni e di 20 mesi, sono stati sgozzati e sui loro corpi ci sono numerose altre lesioni che non fanno escludere un accanimento A trovarli è stato il padre, Carlo Lissi, di 31 anni, rincasando dopo la partita dell’Italia che aveva visto con altri amici, in paese. L’uomo è stato sentito dalla scorsa notte fino a questa mattina.La coppia e i bambini vivevano in una villa nella zona residenziale di Motta Visconti, all’angolo tra via Di Vittorio e via Ungaretti, su un solo piano e con un grande giardino davanti, che è di proprietà della famiglia di lei, che gestisce un negozio di frutta e verdura. Cristina, in particolare, era conosciuta da tutti perché originaria del paese: «Lavorava come impiegata alle assicurazioni Sai - dice un residente - e prima del secondo figlio faceva la volontaria in Croce Rossa». Il marito, invece, un consulente informatico, lavorava a Milano. Nella casa la scena apparsa ai soccorritori, intorno alle 2 della scorsa notte, è stata raccapricciante: sangue ovunque e i corpi della bambina nella sua cameretta, del piccolo nel letto matrimoniale e della donna, in soggiorno, martoriati. La cassaforte aperta e i contanti in essa contenuti, una cifra di non particolare entità, pare, spariti, ma senza segni di effrazioni evidenti sul forziere o sulla porta. Forse una messinscena.Al momento, però, non sembra che negli ambienti investigativi si dia molto credito all’ipotesi «esterna» cioè di una sanguinosa rapina, ma l’accanimento e l’assassinio del bimbo più piccolo, avrebbero fatto propendere i carabinieri di Milano, che conducono le indagini, verso un ambito privato.
Al momento, però, non sembra che negli ambienti investigativi si dia molto credito all’ipotesi «esterna» cioè di una sanguinosa rapina, ma l’accanimento e l’assassinio del bimbo più piccolo, avrebbero fatto propendere i carabinieri di Milano, che conducono le indagini, verso un ambito privato.
A mancare, oltre all’arma del delitto (ma si attendono alcune comparazioni su alcuni oggetti definiti «compatibili) è il movente, per trovare il quale si sta scavando nei rapporti privati della coppia, apparentemente buoni anche se alcuni testimoni invece avrebbero raccontato ai giornalisti di gravi problemi. Questa mattina, nella villa in via Ungaretti, è previsto un sopralluogo del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Parma che, sulla scena già “cristallizzata” dagli investigatori, dovrà compiere una seconda serie di più approfondite analisi.(fonte ilsecoloxix.it/)


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