domenica 15 giugno 2014

Carmela Cirella, suicida a 13 anni, condannati gli stupratori

TARANTO – Il tribunale di Taranto ha condannato il 27enne Filippo Landro e il 26enne Salvatore Costanzo per lo stupro di Carmela Cirella, la ragazzina 13enne che nell’aprile del 2007 si suicidò gettandosi dal balcone di un palazzo nella periferia del capoluogo ionico. La ragazza infatti non riusciva più a sopportare il peso delle violenze sessuali che aveva subito. Costanzo e’ stato condannato a 10 anni di reclusione, Landro a 9 anni e 6 mesi di carcere. Le pene inflitte dalle corte sono state più alte di quelle richieste dal Pubblico ministero.
La decisione dei giudici non ha soddisfatto al famiglia della ragazza e il Movimento femminista proletario rivoluzionario (Mfpr) che per anni si sono battuti per dare giustizia alla povera ragazza. «Dopo 7 interminabili anni – si legge in un documento del Movimento – si è concluso il processo per stupro di Carmela la ragazzina di appena 13 anni stuprata da 6 uomini di cui 3 minorenni all’epoca dei fatti, che con una sentenza oscena di messa in prova ai servizi sociali, non farà fare neache un giorno di carcere  e li rende liberi. Oggi – prosegue la nota a firma della segretaria femminista Fiorella Masci – la sentenza riguarda i tre uomini :Filippo Landro, e Salvatore Costanzo condannati rispettivamente a 9 anni e 6 mesi e 10 anni. Invece Massimo Carnevale il più anziano 54 anni è stato assolto con formula dubitativa. Ma c è poco da avere dubbi – continua – la sua assoluzione è vergognosa  nelle passate udienze, disturbato dalle presenza di donne dell Mfpr di Taranto che da 7 anni sono al fianco del padre di Carmela chiedendo giustizia e verità, ha tentato di far spostare il processo e infine il legale  di uno dei stupratori  ha denunciato le esponenti del MFPR per le loro iniziative sotto il tribunale». Per le attiviste del movimento femminista, «le responsabilità del suicidio di Carmella sono da ricercare anche delle istituzioni che invece di aiutarla l hanno colpevolizzata, strappata alla famiglia e rinchiusa in una casa famiglia dove veniva imbottia di psicofarmaci».
Carmela, che era stata affidata temporaneamente a un istituto per minori disagiati, si uccise cinque mesi dopo aver subito gli abusi. La drammatica storia della 13enne è raccontata nella grafic novel di Alessia Di Giovani e Monica Barengo, pubblicata nel 2013 da Becco Giallo. Il patrigno di Carmela, Alfonso Frassanito, è presidente dell’Associazione per la tutela dei diritti di minori e famiglie(fonte lavocedimanduria.it/)

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