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lunedì 7 aprile 2014

La maestra violenta nell'asilo di Bisceglie


 I carabinieri hanno arrestato una maestra di 60 anni, in servizio in una scuola per l'infanzia di Bisceglie. Per lei l'accusa è di aver maltrattato alcuni piccoli alunni. L'inchiesta sarebbe scattata dopo le denunce di alcuni genitori e la Procura aveva fatto installare nelle aule alcune telecamere: i filmati avrebbero confermato i maltrattamenti. La donna si trova ora ai domiciliari.

La donna avrebbe in più occasioni strattonato i piccoli alunni, spesso urlando e rimproverandoli tanto da terrorizzarli. Le telecamere hanno registrato anche minacce con corpi contundenti. Qualche bimbo è stato addirittura scaraventato sulla sedia perché non desse fastidio. La maestra, di origini calabresi ma residente da tempo a Bisceglie, è stata arrestata in flagranza di reato: i carabinieri, per evitare che la situazione degenerasse, sono andati a prelevarla a scuola.

Dirigente asilo: "Ora la priorità è restituire serenità ai bimbi" - Il dirigente scolastico dell'asilo nido comunale ha affermato: "Il nostro compito, in questo momento, è di tutelare la comunità scolastica e restituirle serenità e normalità". Su quale fosse la situazione e, nello specifico, se vi fossero stati dubbi sulla maestra arrestata e sui suoi metodi didattici, ha risposto così: "La nostra è una professione di natura sociale, non è un lavoro come gli altri. Nessuno di noi, nei confronti dei bambini, potrebbe immaginare cose diverse da gesti amorevoli e rispettosi". 

Il sindaco di Bisceglie: "Magistratura farà luce sulla vicenda" - "Voglio esprimere il mio ringraziamento alle forze dell'ordine, nello specifico ai carabinieri, per l'attenzione che hanno posto nei confronti di un tema importante quale la tutela dei diritti dei nostri bambini e sono fiducioso, pertanto, nel loro operato e in quello della magistratura che riuscirà a fare luce su questa vicenda". Così il sindaco di Bisceglie, Francesco Spina, ha commentato l'arresto della maestra.
 Le telecamere nascoste hanno ripreso spintoni violenti e minacce con oggetti contundenti. L'inchiesta nata dalle denunce di alcuni genitori

domenica 30 marzo 2014

Cellule staminale ancora attesa per Ginevra come tantissimi bambini ? solo in Italia non viene dato il diritto alla vita by veronica

 "Per Ginevra c'è una possibilità ma qualcuno potrebbe dire "no""
Veronica(la madre ) ci racconta la storia della sua bambina affetta da Leucodistrofia di Krabbe: "Il metodo Stamina potrebbe salvare Ginevra ma, se il giudice dovesse negarla, non potremo aspettare i tempi della giustizia o (ancora peggio) quelli della ricerca"

STAMINALI - "Ginevra è nata sana - ci racconta la mamma Veronica Arnieri - una bambina tranquillissima e marvigliosa. Intorno ai 3 mesi ha iniziato a fare i progressi che fanno tutti i bambini: interagire con gli oggetti e con chi la circondava, a muovere le manine, a ridere. Poi ha iniziato a piangere giorno e notte, a non mangiare."
Un iter lunghissimo quello che ha portato alla diagnosi della malattia: "Abbiamo incontrato non so quanti pediatri che hanno diagnosticato a Ginevra influenze, allergie, intolleranze, finchè una dottoressa ha capito che in lei c'era qualcosa che non andava e ci ha indirizzato a una visita specialistica neurologica. A luglio del 2011, dopo una settimana di esami specifici, alla nostra bambina è stata diagnosticata la Leucodistrofia di Krabbe".
Si tratta di una patologia neurodegenerativa che non lascia scampo. "Tornate a casa e aspettate" aveva detto il neurologo a Veronica e Michele (il papà).

"All'inizio non sapevamo cosa fare se non somministrare a Ginevra tutti i farmaci necessari a mantenere il suo benessere il più a lungo possibile, poi abbiamo iniziato a cercare storie simili in internet, a contattare altre famiglie che hanno bambini con malattie analoghe, finchè un giorno non siamo incappati in Stamina Faudation - il metodo di cura diventato famoso di recente per il servizio de Le Iene che raccontava la storia di Sofia - e ci siamo messi in movimento per contattare il professore Davide Vannoni".
Veronica e Michele hanno inviato tutte le cartelle mediche di Ginevra all'associazione che sostiene la ricerca sul trapianto di cellule staminali mesechiali e hanno sentito telefonicamente il professor Vannoni.
""Potrebbe iniziare la terapia" ci è stato detto al telefono dal professore, e a giorni dovrebbe arrivare la conferma ufficiale".
Poi inizierà l'iter buracratico. Il prossimo passo sarà quello di rivolgersi al Giudice del Lavoro, competente per i casi analoghi a quelli di Ginevra, che potrebbe dare risposta positiva o negativa in base alla propria discrezionalità. Probabilmente Aifa (l'Agenzia italiana del farmaco) e Spedali Civili di Brescia (che attualmente ospita i laboratori di Stamina Foundation) si opporrano e, se il giudice sceglierà per il "no" o se da parte del Ministero non arriverranno direttive differenti, Veronica e Michele non potranno far altro che ricorre in appello.

"Con una malattia neurdegenerativa come quella che ha colpito Ginevra non sappiamo che succede da una settimana all'altra, figuriamoci aspettare i mesi della giustizia italiana o addirittura gli anni della sperimentazione (questa la proposta di Telethon)."
I genitori di Ginevra hanno provato anche la via del Ministero della Salute, ma da parte di Renato Balduzzi "di Alessandria come noi" dicono Veronica e Michele, per ora, non è arrivata nessuna risposta. (scritto da 9/03/2013
Giulia Gastaldo )





martedì 14 gennaio 2014

Donna partorisce una bimba in ospedale e gli danno un maschio , accade a Lecce

La donna si è resa conto  dell'errore quando, arrivata a casa, ha cambiato il pannolino alla neonata: in realtà si trattava di un maschietto.

Aveva partorito una bimba ma, all'arrivo a casa e iniziato a cambiare il pannolino, si è accorta che quello che le avevano consegnato era un maschio. La donna e suo marito sono immediatamente tornati all'ospedale di Santa Caterina Novella di Galatina (Lecce) per riavere la loro piccola. Nel frattempo la stessa brutta esperienza era accaduta a un'altra puerpera che, giunta a casa, si era accorta di aver ricevuto una femmina al posto del maschietto che aveva partorito. Chiarito l'equivoco, i neonati sono ritornati alle rispettive famiglia. I genitori della bimba hanno deciso di denunciare la Asl chiedendo un risarcimento di 50mila euro poiché, in seguito allo choc subito, la mamma ha perso il suo latte naturale.

venerdì 11 ottobre 2013

PREGI E DIFETTI DEI BAMBINI NATI A OTTOBRE 2013 GIORNO PER GIORNO (GIORNO 12/ )


BAMBINI SENSIBILI CHE POSSONO VIVERE UN RAPPORTO CONFLITTUALE CON SE STESSI,INCERTI E PRUDENTI VERSO I CAMBIAMENTI .
SI PREOCCUPANO ECCESSIVAMENTE DEI SENTIMENTI .