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domenica 30 marzo 2014

Cellule staminale ancora attesa per Ginevra come tantissimi bambini ? solo in Italia non viene dato il diritto alla vita by veronica

 "Per Ginevra c'è una possibilità ma qualcuno potrebbe dire "no""
Veronica(la madre ) ci racconta la storia della sua bambina affetta da Leucodistrofia di Krabbe: "Il metodo Stamina potrebbe salvare Ginevra ma, se il giudice dovesse negarla, non potremo aspettare i tempi della giustizia o (ancora peggio) quelli della ricerca"

STAMINALI - "Ginevra è nata sana - ci racconta la mamma Veronica Arnieri - una bambina tranquillissima e marvigliosa. Intorno ai 3 mesi ha iniziato a fare i progressi che fanno tutti i bambini: interagire con gli oggetti e con chi la circondava, a muovere le manine, a ridere. Poi ha iniziato a piangere giorno e notte, a non mangiare."
Un iter lunghissimo quello che ha portato alla diagnosi della malattia: "Abbiamo incontrato non so quanti pediatri che hanno diagnosticato a Ginevra influenze, allergie, intolleranze, finchè una dottoressa ha capito che in lei c'era qualcosa che non andava e ci ha indirizzato a una visita specialistica neurologica. A luglio del 2011, dopo una settimana di esami specifici, alla nostra bambina è stata diagnosticata la Leucodistrofia di Krabbe".
Si tratta di una patologia neurodegenerativa che non lascia scampo. "Tornate a casa e aspettate" aveva detto il neurologo a Veronica e Michele (il papà).

"All'inizio non sapevamo cosa fare se non somministrare a Ginevra tutti i farmaci necessari a mantenere il suo benessere il più a lungo possibile, poi abbiamo iniziato a cercare storie simili in internet, a contattare altre famiglie che hanno bambini con malattie analoghe, finchè un giorno non siamo incappati in Stamina Faudation - il metodo di cura diventato famoso di recente per il servizio de Le Iene che raccontava la storia di Sofia - e ci siamo messi in movimento per contattare il professore Davide Vannoni".
Veronica e Michele hanno inviato tutte le cartelle mediche di Ginevra all'associazione che sostiene la ricerca sul trapianto di cellule staminali mesechiali e hanno sentito telefonicamente il professor Vannoni.
""Potrebbe iniziare la terapia" ci è stato detto al telefono dal professore, e a giorni dovrebbe arrivare la conferma ufficiale".
Poi inizierà l'iter buracratico. Il prossimo passo sarà quello di rivolgersi al Giudice del Lavoro, competente per i casi analoghi a quelli di Ginevra, che potrebbe dare risposta positiva o negativa in base alla propria discrezionalità. Probabilmente Aifa (l'Agenzia italiana del farmaco) e Spedali Civili di Brescia (che attualmente ospita i laboratori di Stamina Foundation) si opporrano e, se il giudice sceglierà per il "no" o se da parte del Ministero non arriverranno direttive differenti, Veronica e Michele non potranno far altro che ricorre in appello.

"Con una malattia neurdegenerativa come quella che ha colpito Ginevra non sappiamo che succede da una settimana all'altra, figuriamoci aspettare i mesi della giustizia italiana o addirittura gli anni della sperimentazione (questa la proposta di Telethon)."
I genitori di Ginevra hanno provato anche la via del Ministero della Salute, ma da parte di Renato Balduzzi "di Alessandria come noi" dicono Veronica e Michele, per ora, non è arrivata nessuna risposta. (scritto da 9/03/2013
Giulia Gastaldo )





giovedì 19 settembre 2013

Scoperta : In pazienti con morbo Crohn manca enzima fondamentale

 Londra, 19 set. - Un enzima necessario alle cellule del sistema immunitario per combattere le infezioni e' assente nei pazienti affetti dal morbo di Crohn. Lo e stato  scoperto uno studio dell'University College di Londra pubblicato dalla rivista Plos One, che potrebbe dare un'indicazione per nuove terapie per la patologia. Il morbo di Crohn causa un'infiammazione cronica del tratto gastrointestinale. I ricercatori hanno analizzato sia le cellule di volontari sani che di pazienti, scoprendo che un enzima chiamato CYP2J2, di cui ancora non si conosceva la funzione, era assente nelle seconde. L'analisi ha permesso di capire che la molecola ha un ruolo nella rimozione dei batteri da parte delle cellule del sistema immunitario. "Ora speriamo che la scoperta generi nuove terapie - scrivono gli autori - che 'imitino' le funzioni dell'enzima mancante".