"Hanno pianto a lungo vicino al banco del loro compagno, vicino alla foto del piccolo Pietro e alla rosa rossa che un'insegnante ha poggiato sul suo banco vuoto. Poi hanno iniziato a scrivere messaggi per ricordarlo". Sono le parole di Pina Luciano, dirigente scolastico della Scuola Media "Grazia Deledda" di Tempio Pausania, dove era iscritto, in Prima, Pietro Azzena, il bambino di 12 anni barbaramente ucciso insieme ai genitori sabato, subito dopo essere rientrato da scuola.
"I bambini erano sconvolti, come lo erano i genitori che li hanno accompagnati a scuola - racconta la preside - hanno pianto tanto. I padri e le madri hanno deciso di lasciare i bambini in classe affinché insieme elaborassero questa tragedia, parlassero tra di loro di Pietro, del rapporto con il loro compagno scomparso, delle esperienze vissute assieme".
Una delle insegnanti ha portato in classe una foto ingrandita di Pietro Azzena e una rosa rossa, poggiandole sul banco rimasto vuoto. "Tutti i suoi compagni si sono radunati intorno al banco e hanno iniziato a scrivere pensieri e ricordi dedicati a Pietro. Queste frasi, insieme alla rosa e alla foto, sono state inserite in un cartellone che stasera sarà portato alla fiaccolata che si svolgerà in città. Sarà una fiaccolata silenziosa per le vie cittadine per testimoniare il nostro dolore per la morte di questo bambino innocente. Lo conoscevo da quando era in prima elementare - racconta ancora - ha fatto tutto il percorso andando molto bene. Era un bambino ben voluto da tutti, un ottimo alunno, molto gioioso e allegro. Elementi questi che ci facevano pensare che in casa si vivesse in un clima di serenità. Non pensavamo che ci fossero ombre o malumori".
La scuola rimarrà chiusa, come tutta Tempio, per il lutto cittadino, il giorno dei funerali, e le varie classi dell'istituto parteciperanno al rito funebre portando striscioni e messaggi. (fonte ansa)
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lunedì 2 giugno 2014
sabato 9 novembre 2013
Tenta suicidio una ragazzina di 12 anni dopo aver subito abusi sessuali per oltre cinque mesi da parte di un uomo di 38 anni.
Lei, ghanese nata in Italia e residente a Castel Volturno, con la madre e il patrigno, entrambi regolari, quando qualche giorno fa ha scoperto la gravidanza, ha tentato il suicidio ingerendo del detersivo per pavimenti ed è stata ricoverata d'urgenza nell'ospedale Santobono di Napoli, dove i medici sono riusciti a salvarla. Il presunto pedofilo, anch'egli ghanese, da poco tempo irregolare sul territorio dello Stato, è stato invece fermato dal personale del commissariato di Polizia di Castel Volturno per il reato di violenza sessuale su minore ed è tuttora rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere in attesa dell'udienza di convalida da parte del Gip del locale Tribunale, che dovrebbe avvenire nella giornata di domani.
LA DENUNCIA - Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, sono partite subito dopo il ricovero, quando il patrigno della minore ha presentato denuncia ripercorrendo le tappe della drammatica vicenda, di cui nessuno, nella folta comunità ghanese presente nel comune del litorale domizio, si era accorto. La minore, come in un racconto dell'orrore, è rimasta vittima per parecchio tempo, oltre cinque mesi, delle violenze dell'uomo di 38 anni, non ha avuto la forza di confidarsi con i genitori - con i quali pure ha un ottimo rapporto - per paura della loro reazione. Il primo approccio da parte dell'uomo sarebbe avvenuto oltre cinque mesi fa all'esterno dell'istituto scolastico di Castel Volturno frequentato dalla ragazzina. Il ghanese avrebbe finto di avere 24 anni, iniziando un serrato corteggiamento che è andato avanti fin quando non è riuscito a portare la minore a casa sua. E' qui che gli abusi si sarebbero susseguiti nel tempo. Qualche giorno fa la ragazza ha scoperto di essere incinta; ha così provato a farla finita ma è stata salvata in tempo dai genitori. A quel punto ha confessato tutto. Dopo il ricovero sono scattate le indagini, con l'identificazione e il fermo del ghanese autore degli abusi.
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